domenica 4 novembre 2012

Tre ragazzi immaginari

(Imola 19/06/2004)

31 ottobre una serata con i miei compagni di avventura Stefano e Stefano.
Usciamo raramente in questa formazione; io li conosco entrambi da molto tempo (uno è il mio compagno di banco dalla seconda elementare alla maturità, l’altro è il mio compagno di avventure e di viaggi nell’est Europa) ma tra di loro è una conoscenza più recente,  nata mio tramite e per una comune passione.
I concerti e la musica dei Cure, musica che fa la differenza e che ci rende diversi
Questa volta non è stata la band capitanata da Robert Smith a darci occasione di rivederci ma gli Easy Cure una cover band più uguale (se possibile)  dei Cure stessi.
Ed eccoci in auto con destinazione Taneto di Gattatico (dove cavolo è?!?!? … meno male che abbiamo un navigatore) con lo spirito di sempre, il tempo non pare sia passato.
Stessi commenti, stesso entusiasmo anche se il colore dei capelli è decisamente cambiato.
Siamo i “tre ragazzi immaginari” della canzone, una amicizia che si perpetra nel tempo che ci trova ancora una volta insieme con una identica destinazione.

Si ride e si scherza, i tergicristalli cercano di liberare il parabrezza dal muro d’acqua che il cielo lascia cadere mentre tentiamo di capire quando è stata l’ultima volta che ci siamo incontrati.
“Dai eravamo al Corallo . . . ma quando sarà stato . . ?. “
Scoprirò più tardi che era l’ormai lontano 28/10/2005 sette anni prima. Incredibile, avrei detto un paio d’anni non di più.
Questa cosa del tempo che corre così veloce mi turba . . .  mentre i ricordi si susseguono;  “dai Robby ti ricordi quando siamo andati a vederli a Milano? E a Firenze? Noi che ci andiamo in macchina perché l’unico treno comodo si fermava solo alla stazione Campo Marte e chissà quanto è lontano dal luogo del concerto” (era a 200 mt. N.D.R.)? “E quel brutto concerto di Forlì e all’Heineken di Imola?”
Tra un ricordo e l’altro,  litigando bonariamente con il mio navigatore che ci manda a zonzo nelle campagne raggiungiamo la destinazione.

Una serata con ritorno a notte fonda, sto bene con loro, sono parte della mia vita . . .le orecchie fischiano ancora un po’ dopo lo stress del concerto, come ragazzini facciamo cose sciocche e alle volte ridicole.
E’ il mio turno,  faccio fermare la macchina, ci mettiamo davanti ai fari e scattiamo con un telefonino una foto, di bassa qualità, non perfettamente a fuoco ma siamo noi, i tre ragazzi immaginari.

Risaliamo in macchina mentre la pioggia rallenta, mi adagio nel sedile posteriore e mi risuonano le parole della canzone
Close my eyes
And hold so tightly
Scared of what the morning brings
Waiting for tomorrow
Never comes
Deep inside
The empty feeling
All the night time leaves me
Three imaginary boys

Chiudo gli occhi
E li serro ben stretti
Con la paura di ciò che il mattino porta
Aspettando un domani
Che non arriva mai
Nel profondo di me
Il senso di vuoto
Tutto quel che mi lascia la notte
Tre ragazzi immaginari
(Taneto di Gattatico 31/10/2012)

Nessun commento:

Posta un commento