sabato 14 gennaio 2012

Letture



Sono sempre stato un lettore “ossessivo compulsivo”, disordinato,  non ho avuto la possibilità di infatuarmi della lettura seguendo il filo logico della cultura, della conoscenza ma sempre scoprendo e innamorandomi in modo casuale di cose nuove. 
Ho avuto periodi legati ad un autore, altri a un genere letterario altri ancora ho seguito semplicemente l’indicazione del gusto di altri, la curiosità ha poi fatto il resto. Una parola sentita alla radio, un riferimento nel discorso di qualcuno, una nota a margine di un libro hanno improvvisamente spostato le mie letture in altre direzioni.
Un leggere così caotico mi ha ovviamente portato a  perdere tempo, affrontare letture dallo scarso valore ma alle volte mi ha portato anche a piccole e grandi scoperte.
Non voglio però parlare di letture e del come nascono certi interessi . . .
“Ahhhhhhhh mamma mia se sei prolisso, partito da lontanissimo!! … qual è il punto allora?!”
. . . Calma, calma, volevo partire dal mio pessimo metodo di lettura (dato dalla mia ignoranza essenzialmente) per parlare di un libro scoperto recentemente e forse con caratteristiche che potrebbero farcelo scartare a priori.
Ho sempre avuto una certa allergia per quanto riguarda i manuali, quei piccoli libretti che “promettono di migliorarti”, per non so quale legge o per quale capacità dell’autore sarebbero in grado di sollevarti da una tua ignoranza portandoti all’apice della conoscenza di un dato settore o attività in pochissimo tempo.
Che sia,  dall’arte del fare il pane, dipingere all’acquarello, aggiustare l’auto o altro, anche se le promesse di copertina farebbero dubitare un fornaio o un pittore o un meccanico circa le proprie capacità e la possibilità in poche ore di ritornare al top della propria professione,  proprio non mi era mai riuscito di avvicinarmi a questi libri se non  con uno scetticismo tale da rendere vana la lettura di qualunque consiglio, magari anche buono. 

Ora, in un mio personale “Trip” per certi temi con la mia solita guida (la casualità) ho trovato un libro che solo poco tempo fa avrei snobbato anche solo vedendo il titolo.
Avete presente quei libri che hanno quei titoli che suonano sgradevoli alla nostra sensibilità come il graffiare di un gessetto sulla lavagna?  I vari “tutto quello che avreste voluto sapere …” “100 modi per  …” “come fare per … “ e che terminano sempre con “…. Migliore …” “…. Vincere…”  “…successo…” etc. etc.?
Veramente insopportabili; sempre presenti nelle edicole delle stazioni, solitamente in edizioni talmente economiche che  non spiegano, ad esempio,  perché un libro che dovrebbe garantirti una vita migliore, più ricca, parta proprio da una edizione tanto scadente e sciatta.

La faccio finita e vado al dunque; per una serie di casualità mi sono cercato e comprato un libro di Dale Carnegie “Come trattare gli altri e farseli amici”.

Diciamoci la verità, dal titolo passare immediatamente al commento “libercolo per venditori di auto usate arrivisti” il passo sembra quasi naturale ma, e come spesso accade esiste sempre un ma, in questo caso mi sentirei di dare un giudizio molto diverso.
Anzitutto cosa mi ha incuriosito nel libro: Beh, devo partire dalla solita casualità che mi ha portato, dapprima,  a conoscere l’esistenza del testo,  poi  lo scoprire che è stato scritto negli anni trenta me lo ha reso immediatamente più simpatico (scritto, o almeno la prima elaborazione, tanto tempo fa non poteva contenere quelle sciocche paranoie da manager rampanti che va tanto di moda ora), poi il garbo un po’ ingenuo delle prime pagine e una rapida occhiata alla storia dell’autore.

Dale Carnegie (Maryville, 24 novembre 1888 – Forest Hills, 1 novembre 1955) è stato uno scrittore e insegnante statunitense. Fu promotore di parecchi corsi sullo sviluppo personale, vendita, leadership, corporate training, relazioni interpersonali e abilità di parlare in pubblico. (fonte wikipedia) .


Suona parecchio ridicolo che qualcuno nato nell’800  facesse corsi di “sviluppo personale”, “leadership” in un periodo in cui la globalizzazione era probabilmente fantascienza, nessuno parlava di PNL o di tecniche di marketing (figuriamoci poi di tutto ciò che ora va sotto il nome di “social”più qualche altra parola inglese d'effetto) ma nonostante questo le sue idee e le sue prime intuizioni e tecniche elaborate gli hanno permesso di costruire in tutto il mondo un impero (scuole a lui ispirate si trovano ovunque).

Ma leggendolo cosa si scopre? Quali sono le migliori mosse per ottenere credibilità e rispetto? Quali le tecniche che frugano nella mente e sottomettono ai nostri voleri le persone tanto da farcele amiche?

Ecco,  qui trovo stia la la parte interessante del libretto: nulla di incredibile, anzi molto spesso cose che riteniamo banali, dettate dal buon senso, ovvie,  ma (e dai con quei ma..) per non si sa bene quale motivo non seguiamo. Siamo veramente un po’ strani, giudichiamo banale quello che ci occorre per poi inventarci tecniche,  ricorrere a professionisti per avere soluzioni che sarebbero semplicissime. 
Un po’ come la signora sovrappeso che sa benissimo che dovrebbe mettersi a dieta e per risolvere i propri problemi, probabilmente dovrebbe rinunciare solo un po’ più spesso alla sua adorata torta al cioccolato, si rivolge al dietologo chiedendo aiuto e giudicandolo incapace se gli proponesse una cosa tanto semplice come rinunciare al dolcetto e idolatrandolo se gli proponesse una qualche stramba dieta alla moda.
Ebbene quello che fa il libro è proprio questo, dice cose “banali”, “ovvie” che in qualche modo ci garantirebbero una vita in mezzo a persone amichevoli e rispettose ma,  ditemi voi perché non le seguiamo. 
E’ una stupida riflessione che faccio da sempre, come sarebbe bello il mondo con un piccolissimo sforzo, gioendo delle piccole cose senza farci distrarre  da obiettivi e manie di grandezza.
Cosa occorre fare per vivere in un paradiso contornati da amici? Carnegie elenca una serie di principi, eccone solo alcuni che ho sottolineato nel libro (yauhhh ecco un proposito che mi ero posto ed ho cominciato a seguire!) giusto per suscitare qualche riflessione, poi, per il resto ne possiamo parlare un’altra volta
“la critica è inutile perché pone le persone sulla difensiva e le induce immediatamente a cercare una giustificazione. E’ pericolosa perché ferisce l’orgoglio della gente, la fa sentire impotente e suscita risentimento”
“Invece di condannare l’operato della gente, cercate piuttosto di capirla. Cercate di immaginare perché la gente fa quello che fa. E’ molto più utile e interessante che criticare, senza contare che genera simpatia, tolleranza e gentilezza. “chi tutto sa, tutto perdona”. Come dice il dottor Johnson:”Dio stesso, signor mio, non giudica nessun uomo prima che sia arrivata la fine dei suoi giorni.” Perché dovremmo essere più precipitosi noi?”
Sembra difficile? Illogico? Volete mettere il clima che si instaura nei rapporti comportandoci così?
“E’ l’individuo che non si interessa agli altri quello che ha più difficoltà nella vita e che procura più danno al prossimo . E sono questi gli individui che falliscono nei loro intenti!”
Quindi? Continuiamo con i nostri piccoli egoismi? O è il caso di dare una svolta?
“Siate prodighi di apprezzamenti onesti e sinceri.”
Che non significa essere adulatori, si tratta semplicemente di riconoscere onestamente che anche nelle idee e nei comportamenti altrui possiamo trovare insegnamenti e che dimostrare gratitudine anche per questo sicuramente non ci umilia
“Seguiamo quindi questa legge aurea e facciamo agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi. Come? Quando? Dove? La risposta è semplice: sempre e ovunque”
Ricorda niente? . . . niente di nuovo . . .

Un mondo migliore nonostante le “lamentazioni” continue a cui siamo sottoposti è possibile, facciamolo partire da noi.
Cerchiamo di essere gli artefici di un cambiamento.




6 commenti:

  1. "Cerchiamo di essere gli artefici di un cambiamento".

    Questa frase mi ricorda un video che pubblicasti qualche settimana fa su fb....
    http://www.youtube.com/watch?v=Qc8ZbVcdHpg&feature=share
    ...e dove scrivesti una frase:
    "Semplice no?!?!?!? SMETTIAMOLA DI PUNTARE IL DITO mostrandoci indignati ... Facciamo qualcosa (anche piccolo) PER ESSERE DEGNI!"

    Se tutti facessimo qualcosa per il prossimo....se tutti guardassimo gli altri con occhi come noi vorremmo essere guardati....se tutti si impegnassero di più per fare qualcosa per il prossimo.....forse sarebbe un mondo perfetto.
    Peccato.....che sia solo un sogno......

    Questo pezzo forse...è il più bello che hai scritto sin ora :) (avventure di viaggio a parte ovviamente)

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    1. Sono convinto che non sia solo un sogno, io credo nel "potere delle piccole cose". Possiamo fare più noi tutti insieme, insignificanti formichine che popolano il mondo che i potenti della terra. Noi possiamo creare un vero cambiamento ma il primo passo è difficile, pare insignificante e inutile ma anche se sembra utopico proprio perchè non abbiamo niente da perdere non vedo perchè non dobbiamo tentarlo :-D . Animo! Quando dici "se tutti facessimo" .. nel tutti ci siamo innanzitutto noi ... e noi dobbiamo fare questo primo passo incuranti del essere o non essere seguiti da altri. COMINCIAMO

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  2. Per quanto mi riguarda...ho cominciato già da un pò....e, anche grazie a te, che cerco di migliorarmi giorno dopo giorno :-)

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  3. Anch'io ho sempre nutrito una sana diffidenza verso la prospettiva dello sviluppo personale (americanamente inteso). Certo, sempre disposta a concedere il beneficio del dubbio... però mi piace quel che racconti di questo libro, per gli stessi motivi che ti hanno spinto a riconsiderarlo.

    Io, con le mie letture, sono decisamente mezza ferma.
    Questione di congiuntura per niente favorevole.
    Mi ritrovo in pieno in ciò che scrivi all'inizio - mi riferisco sia alla vera o presunta prolissità, sia all'attitudine a lasciarmi attirare da mille infinitesimi stimoli: cosa bellissima, ma al contempo dispendiosa.
    Fra i propositi di quest'anno c'è appunto l'acquisizione di un metodo di lettura (e innanzitutto di scelta dei testi) più mirato... ciao :)

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    1. Se scopri come si fa, visto che sto continuando nel mio pessimo modo, fammelo sapere . . .visto mai che quello che funziona per te funziona anche per me? ;-P

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