lunedì 31 dicembre 2012

Basta poco

Basta poco. . .  ma poco quanto?
Poco!
Ma per cosa? Con tutti i problemi che abbiamo . . . c’è la crisi, il lavoro che manca, l’insicurezza, il denaro insufficiente. . . e il futuro? Che dire del futuro? Come è difficile “tirare avanti” , resistere,  e come è complicato tutto . . .tutto!
Questo è  il mantra quotidiano, disfattista, lamentoso e . . .senza volere offendere nessuno . . .  ipocrita che pervade le nostre giornate. Diciamoci la verità, è proprio necessario cercare le colpe e scagliarci continuamente (a parole) contro coloro che queste colpe pare abbiano? Cambia qualcosa in noi tranne lasciarci ancora più rancorosi e terrorizzati nelle nostre paure?
Siamo diventati un branco di repressi depressi, che si lanciano in  battaglie contro gli eretici (chi non la pensa  come noi), abbiamo le soluzioni in tasca per cambiare il mondo che deve essere rivoltato come un calzino ma, guarda che strano, cominciando sempre dagli altri.
Ma non suonano stonate queste affermazioni? Tutti abbiamo la soluzione, spesso è condivisa ma, nulla cambia.
Va beh, rientriamo nella categoria dei repressi, depressi, complottisti che ritengono  “basterebbe cambiare questo o quello” ma i cattivi, che di momento in momento cambiano faccia e nome a seconda della nostra necessità di giustificarci edi lavare un poco la nostra coscienza,  ce lo impediscono.  Che pena facciamo.
Pochissime persone o categorie di persone (ovviamente di cui noi non facciamo mai parte; strana ulteriore coincidenza vero?) sono la rovina di tutto. Ma, mi domando, è possibile? E poi tutto tutto? O qualcosa che non funziona potrebbe essere nostra responsabilità? Possibile che siamo solo vittime? E ancora … possibile che noi, i nostri amici,  i nostri parenti,  i nostri cari siamo nel giusto, senza responsabiltà alcuna mentre tutto il resto del mondo invece . . . . No è veramente ridicolo questo atteggiamento! Non possiamo sperare di cambiare il mondo con questa attitudine ipocrita mentre con tante piccole azioni quotidiane sicuramente sì.
Credete forse che alleviare una solitudine, portare un po’ di gioia, dare consolazione o aiuto (morale e materiale) non sia cambiare il mondo? Non significhi migliorarlo? Sicuramente mi si dirà:<< ma hai idea di quanta gente è in difficoltà? Quanta gente ha fame? (Già andiamo meglio con questa domanda siamo passati dal nostro egoistico piccolo dolore a un dramma mondiale).>>
E allora? Che facciamo? Visto che nessuno di noi può nutrire tutti gli affamati del mondo non faremo nulla perché tutto è inutile? E se cominciassimo a sfamarne uno? Ad aiutare una persona che è in difficoltà? Che ha bisogno? Magari vicino a noi . . . un amico un parente una persona che bussa alla nostra porta.
Se cominciassimo ad essere appena appena un po’ più generosi (ma proprio poco!) tutto cambierebbe.
Che ne dite,  ce la facciamo a trasformarci da "inutili ipocriti depressi repressi" in soluzione del problema?
Basta poco, ma veramente poco, solo un po’ più di attenzione e di generosità. Eccovi la prova provata, quasi un esperimento sociologico. Prendete una donna che vive per strada in una metropoli come Bogota, aggiungeteci un fotografo con una idea tanto semplice quanto “normale” nella nostra vita, ponete un po’ di attenzione e rispetto nei confronti di una persona sfortunata ed ecco il risultato.
Qui il video in spagnolo ma sotto riporto una mia traduzione di quanto scritto dall’autore (Emilio Aparicio Rodríguez) di quanto accadde due settimane fa.
Auguro a tutti voi che capitate in questa pagina ciò che la signora Andrea Chaparro dice nel finale del video
“CHE SI POSSA ESSERE TUTTI FELICI”


17 dicembre 2012
10:00 del mattino

Era ancora presto, ma mi presero l’impazienza  e l’ansia. La città sembrava svuotata  e il  Transmilenio (la metropolitana leggera della città di Bogota  NdT) testimoniava come sempre più persone lascino la città per le vacanze viaggiando in questo periodo di  feste di fine anno. Un momento in cui si  aspetta con ansia che arrivi il momento di aprire i regali di fronte a un bellissimo albero di Natale coperto di luci con forme e colori, dove i più superstiziosi sono pronti per la fine del mondo e tutti gli altri in attesa di iniziare l'anno nuovo, il 2013.
I semafori mi facevano sentire sempre più ansioso, ma a poco a poco ho visto quello che c’era di reale in quella giornata. Vedevo uomini sdraiati lungo la strada come leoni marini a prendere il sole nel separadores de la Avenida Caracas, dalla  Calle 59 fino alla 13 (caratteristico modo di descrivere zone della città indicando incroci tra le strade indicata con un numero NdT). Esseri che sembrano incollati al pavimento senza sapere se si sveglieranno un giorno mentre il sole “pizzica” e  riscalda i loro corpi  deboli e solitari. Immerso in questi pensieri andavo ad incontrarla, da un po’ non la vedevo ed erano più di tre mesi che le avevo promesso questo zainetto che lei tanto desiderava per sostituire quello vecchio oramai inutilizzabile. Avrei fatto di tutto per trovarla , con qualsiasi mezzo,  ma arrivando a San Victorino vidi che sarebbe stato quasi impossibile per le migliaia di venditori ambulanti che si erano impossessati delle strade per vendere giocattoli, articoli per la casa , abbigliamento e qualsiasi altra golosità. Il traffico era insopportabile e la mia borsa colpiva i passanti che passavano accanto a me. Ho trovato quello che volevo per pochi pesos  e sono andato a cercarla.
I miei occhi cercavano di trovarla tra la gente, ma era come avere una lente che cerca di mettere a  fuoco in automatico un muro bianco, è stato più difficile che trovare un ago in un pagliaio. Il posto dove l’ho sempre trovata è vuoto e il sole in quel momento “picchiava più forte che mai”, si poteva vedere la polvere che si alzava  dal pavimento e rapidamente volava via. Mi demoralizzai ... Il cuore mi batteva forte pieno di paure e domande circa la sorte di Andrea Chaparro. Decisi di continuare a cercarla senza perdere tempo e quasi volando mi trovai al Eje Ambiental  guardando con cura intorno a me. Ho cominciato a  mettere a fuoco ciò che avevo intorno a distanza e forse riconoscere la donna che cercavo e speravo di abbracciare in questo giorno per festeggiare il suo compleanno... Era là e fu facile capirlo per la posizione in cui sempre si metteva, così sottile e quasi crollata contro un muro; con lei Lulu, la sua cagna che la accompagnava come sempre. Ero felice! Tanto che sono ritornato indietro, ho comprato delle ciambelle e giù di corsa il più velocemente possibile per evitare che sparisse come per magia.
Mi avvicinai con attenzione e le dissi: “Felice compleanno Andrea” , la sua emozione fu infinita nel vedermi; come se più di mille milioni di fans che avessero celebrato ieri la vittoria. La gente intorno se ne accorse, ma senza pensarci lei si alzò e mi abbracciò ... ho sentito che la sua voce tremava.
Sono stato in grado di contenere la gioia e la voce non mi tremava affatto e mentre le dicevo che volevo festeggiare il suo compleanno ho alzato la voce per attirare l'attenzione di tutti i presenti, sconosciuti, conoscenti, passanti e venditori chiedendo il favore affinchè mi aiutassero e accompagnassero cantando il "Happy Birthday" ad Andrea. Ho cercato di incoraggiare la gente non ricevendo alcuna risposta,  tutti mi guardavano come ad un pazzo  ed erano disorientati per quello che stavo facendo. Ho perso ogni imbarazzo e ho continuato a parlare con lei, le ho messo il cappello giallo che mi piace, un collare di fiori, le ho dato una foto che le avevo scattato e avevo promesso di darle e misi una candela sulla ciambellina. Senza tanto pensare la gente ha iniziato a parlare e mi dissero che mi avrebbero accompagnato nel cantare, erano improvvisamente disposti a farlo e lentamente si formò un semicerchio aspettando una ventina di secondi che accendessi la candela ... In quel momento sì,  tremavo,  ed ero felice come non mai, ma quando le scintille  cominciarono a brillare venne  fuori tutto quello che avevo dentro e accompagnato da molti cominciammo a cantare:
“Happy birthday to you! Happy birthday to you! Happy birthday Andrea… Happy birthday to you. Che tu possa compierli felice! Che tu possa continuare a compierli! Che tu li possa continuare a compiere… Fino all’anno 100.000!”
I coriandoli colorati cominciarono a piovere attraverso l'aria e la gente batteva allegramente le mani, si avvicinavano, si congratulavano con la festeggiata e le davano qualche soldino  (cosa che non avrei mai immaginato). Intanto gli occhi di questa donna che conosco da diversi anni si riempirono di lacrime e brillarono più del sole. Non poteva credere a quello che stava accadendo intorno a lei e rideva e solo deglutì con emozione, un'emozione che superava la mia un milione di volte. Senza dire niente le ho dato lo zainetto e a questo punto le ho proposto qualcosa. Ho cercato di darle un pennarello e le ho chiesto di scrivere un desiderio su un palloncino da lasciare salire in cielo ... non sapeva cosa volere, cosa chiedere, e dopo un attimo di silenzio, senza scrivere una sola parola,  ha detto:
CHE SI POSSA ESSERE TUTTI FELICI
E il palloncino volò!
Con lo sguardo al cielo Andrea Chaparro si sentì tra le nuvole, amata e benvoluta da qualcuno, e non solo da me ma da tutti quelli che si diedero da fare per celebrare il suo compleanno. Erano i suoi 47 anni e spero di celebrare al suo fianco molte altre di queste “azioni” che mi vengono dal cuore e sono motivo per me per continuare a combattere per loro
BUON COMPLEANNO ANDREA










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