giovedì 16 febbraio 2012

Felicità, forse parte prima


E’ un po’ che volevo filosofare sull’argomento, forse perché ultimamente mi chiedo sempre più spesso cos’è.
Che fare per essere felice? In che consiste? Dove cercarla?Ma più esattamente,  cos’è questa chimera?
Pensieri sull’argomento  me ne sono passati per la mente  un bel po’ ma la voglia di fissare per iscritto quanto elaborato così confusamente proprio non c’è ed ecco il motivo per cui questo potrebbe essere la prima parte di qualcosa che nel tempo verrà approfondito. Si vedrà.
Prendo spunto per cominciare dal “quotidiano”, alcune letture, alcune elucubrazioni ed un post che ho letto recentemente sul mio muro in facebook.



Il post è stato scritto apprendendo della morte di una famosa cantante  (devo essere sincero, molto brava, molto bella,  con una gran voce e tecnica ma in fatto di musica lontana dai miei gusti) dove una persona  che si riconoscerà si chiede :

“come sia possibile distruggersi in questo modo , annullarsi quando si ha tutto nella vita”

Credo che la domanda venga posta perchè si parte da alcuni presupposti che paiono insiti nella felicità.
Come poteva una così bella donna, di successo, ricca amata dai fans perdersi  fino ad autodistruggersi?
Ecco una prima definizione che non si sa bene perché diamo alla felicità . . . ricchezza, bellezza e successo.
Quante volte sentiamo dire “come cambierebbe la mia vita (e chiaramente in meglio con infinita più felicità) se vincessi al totocalcio, all’enalotto,  ereditassi una fortuna dallo zio d’America” .
Diciamoci la verità è un pensiero comune e questa identificazione ricchezza (/successo) = felicità spesso ci rovina la vita e probabilmente ci rende pure infelici.
Il denaro, la ricchezza,  sono ottimi mezzi per migliorare la propria condizione, per tentare di raggiungere la felicità ma non sono lo scopo,  non sono la felicità. Possono aiutare togliendo un po’ della pressione del quotidiano, fornire maggiore tempo (che poi va riempito), creare maggiore tranquillità ma niente di più. Questo errore di prospettiva peggiora il raggiungimento del nostro scopo,  il denaro in sé non ha un valore se non quello di essere mezzo che non genera di per sé un benessere emotivo.
Ecco, il benessere emotivo,  quello sì che genera felicità;  fattori come i rapporti interpersonali,  i valori, l’etica,  una buona considerazione di sé possono veramente cambiare il nostro stato.
La mia passione per il Sudamerica,  anche se non tutto in quei luoghi è rose e viole, mi ha mostrato un popolo, quello Colombiano, che secondo non so quale statistica risulterebbe come il secondo più felice al mondo (e credo di poterlo confermare) anche se le cose economicamente, là, vanno tutt’ altro che bene e i problemi sono tanti.
Credo che alla fine questa equazione (ricchezza/successo=felicità/benessere) sia spesso fonte di infelicità di frustrazione; non guadagniamo mai abbastanza non possediamo mai abbastanza non siamo mai abbastanza considerati e questa continua ricerca di una finta felicità (non riconoscendo si tratta solo di un mezzo) finisce per essere una concausa della nostra infelicità e della nostra frustrazione.
La prova ne è la morte della celebre cantante;  “pareva” avesse tutto, ma probabilmente aveva bisogno di altro e quello che aveva non le ha impedito di sprecare tutto compiendo atti autodistruttivi.
Beh, una base per pensare c’è . . . alla prossima, mentre sento intorno a me che il problema è ben sentito se perfino da una cosa tanto frivola come Sanremo ascolto che . . . .

“La felicità non è impossibile.
La stupidità la rende facile,
un’ebbrezza effimera che può imbrogliare,
fino a non capire che può fare male la sua vanità.
Se sai bene ciò che fai la felicità sarà sempre raggiungibile.
Se non sai quello che vuoi l’infelicità sarà spesso incomprensibile.
Se davvero sai chi sei la felicità… sarà dentro di te.”
 I primi due minuti e quarantacinque sono la solita noia della Kermesse, ma poi arrivano i Marlene Kunz e mi fanno pensare . . . . .



2 commenti:

  1. Lei era bellissima, voce stupenda, conosciuta, acclamata, applaudita, aveva tutto nella vita sì...tranne la pace interiore.
    Che la felicità non sia fatta solo di denaro, benessere, viaggi,....è risaputo....ma autodistruggersi per un amore finito male, per farsi solo del male...non è giusto.
    Sono cause sbagliate per farlo....e te lo dice una che ci è passata....in modo meno pesante...ma ci è passata e si è rialzata da sola...senza l'aiuto di farmaci.
    E' che quando cominci a toccare il fondo...cominci a pensare seriamente alla vita...a ciò che hai intorno...a quel poco di buono che hai costruito...e quando arrivi a farti i pari e dispari....hai solo due possibilità : "Rialzarti e andare avanti con tutte le tue forze"...oppure: "Mollare tutto e lasciarti trascinare a fondo".
    E' un piccolo filo che lega le due cose....e sta a te capire cosa scegliere.....ma basta poco per fare la scelta sbagliata.
    Tutto questo non dipende dal denaro e dal benessere. NO!!!!!!!
    Dipende solo da noi stessi.

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  2. Sono d'accordo, quello che mi piaceva fare notare è come siamo condizionati nelle nostre aspettative tanto da stupirci che "una persona così che ha tutto" possa essere infelice. E' un nostro atteggiamento comune (credo sbagliato)che però è sintomo proprio di ciò che sostenevo, perdiamo di vista lo scopo a favore del mezzo, crediamo si possa essere felici solo per il fatto di possedere ciò che potrebbe aiutarci a vivere meglio (non ad essere felici). Chissà in quanti hanno invidiato la cantante, così bella, così ricca ... ma nessuno aveva visto che era allo stesso tempo anche tanto infelice :-(

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