Nomen omen

Così dicevano i latini “nel nome il proprio destino” e quindi chiamarsi Modesto dovrebbe presupporre essere una persona mite, Chiara dovrebbe essere una ragazza di carnagione chiara o bionda, Franco dovrebbe essere perlomeno sincero . . .  e qui?

Qui i nomi hanno qualcosa di pazzesco. Già l’utilizzo del doppio nome ( tutti hanno almeno due nomi) e del doppio  cognome (il cognome del padre più quello della madre)  è qualcosa di strano alle nostre orecchie ma, quando andiamo ad esaminare i nomi propri … la fantasia si scatena.

A parte quelli classici, magari di origine religiosa alla ricerca di una protezione di qualche santo (qui ci si lascia un po’ andare e numerosissimi non ricorrono a un santo qualunque ma si rivolgono direttamente più in alto e tantissimi sono i Jesus) la gente fa a gara per dare nomi strani, stravaganti e spesso improbabili. 

Un esempio potrebbe essere Zuhe ragazza che ho conosciuto a Milano, alunna di Elsie, che in questi giorni mi ha contattato invitandomi a visitarla (abita a Barquisimento, peccato, decisamente troppo fuori mano rispetto a Merida), il suo nome pare derivi da una parola india e mi ha informato che aspetta una bambina che si chiamerà “Aitana”.

Ancora più improbabili sono i nomi determinati dalla fusione dei nomi di mamma e papà; per esempio se la mamma si chiama Francesca e il papà Mario ecco che la bambina si potrebbe chiamare Frama e dovesse avere una sorella Mafra insomma piccole pazzie che accompagneranno per tutta la vita i figli che ricorderanno (o malediranno) i genitori stravaganti.

A proposito di stranezze o cose originali ecco Anna la sorella di Elsie (un personaggio quasi surreale se non ci fosse bisognerebbe inventarlo) a fianco di una montagna di . . .  No non sono banane, si tratta di Platano, un frutto che viene utilizzato in cucina, o fritto (in versione colombiana patacones), o bollito e accompagna le portate a mò di patate fritte o bollite.