domenica 22 maggio 2011

Test dei tre minuti




Siamo  un gruppo di una quindicina di persone e ci propongono un test, “test 3 minuti”, così definito perché in quel tempo, 3 minuti, dovrebbe essere possibile completarlo.
Ci vengono date le istruzioni , il test  è  da  fare individualmente, il tempo massimo non esiste anche se conosciamo in anticipo il tempo “teorico limite”, si possono utilizzare tutti i mezzi a disposizione per concluderlo ma la cosa importante è di evitare , se non richiesto, di mostrare i progressi nella compilazione né il metodo utilizzato per farlo; ognuno deve “correre per se!”.

Pronti . . .  via! … il test è composto  di meno di 30 domande  su tre paginette in cui sono inserite dopo la copertina che ora possiamo finalmente sollevare. Sotto il titolo, ripetuto in maiuscolo ma con l’aggiunta di un “DA EFFETTUARSI” piuttosto categorico (Test da effettuarsi in 3 minuti),  cominciano le istruzioni.

La prima: <<Prima di fare qualsiasi cosa legga attentamente ogni punto di questo test>>
La seconda : <<Scriva il suo nome a destra in alto sul foglio>>
La terza: <<Tracci un circolo intorno alla parola “nome” della seconda istruzione.

Il tempo passa e ci buttiamo a capofitto . . . le istruzioni sembrano semplici e rubano pochissimi secondi quindi, si parte cercando di essere il più rapidi e precisi possibile. Tempo ce n’è ma non sufficiente per rileggere più di una volta.
Le istruzioni si susseguono e alle volte sono demenziali, o meglio, più stravaganti delle precedenti, non si riesce bene  a capire la logica  del susseguirsi delle istruzioni e del fine del test.

Ed ecco che all’ottava <<Accanto al titolo scriva “sì, sì, sì”>>
L’istruzione è sciocca ma genera anche incertezze . . . scritto tra virgolette? Minuscolo? Maiuscolo?
Al punto 12 una prima difficoltà <<Nel retro del foglio moltiplichi 703 x 66 >> e qui il  panico, chi ha il telefono in tasca  ricorre alla calcolatrice, chi lo ha ma spento impreca per il tempo che sta perdendo, chi non ha niente scribacchia calcoli a mano.
Punto 15 ancora un qualcosa di strano che fa pensare che ci vogliano mettere in condizione di stress e forte antagonismo <<Se lei pensa di avere eseguito le istruzioni sino a questo punto pronunci a voce alta “Sì”>>
Accidenti,  ecco spiegato perché qualcuno aveva detto “sì!!”  Sono indietro, magari sono stato più preciso ma capisco che c’è chi è decisamente più avanti di me.

Il caos aumenta nella stanza dopo i “sì” alcuni si mettono a contare ad alta voce da 1 a 10 e quindi da 10 a 1 è l’istruzione 18 e i 3 minuti sono passati da un po’. Credo nessuno riuscirà a completare per tempo e io non sarò nemmeno tra i primi, ma non hanno dato un tempo limite e quindi può  essere che scopra la motivazione del test e, in qualche modo, riesca ad ottenere un buon punteggio relativamente alle”risposte” anche se “il tempo” non sarà il migliore.
Nella stanza si percepisce il nervosismo, non solo io ho capito che i tre minuti sono abbondantemente passati,  ed ecco che qualcuno mentre io sto contando ad alta voce dice “sono stato il primo ad arrivare a questo punto e sono un leader a seguire le istruzioni”.
Accidenti, scoprirò che è l’istruzione 20, la frenesia coglie il gruppo, queste istruzioni “sonore” ti fanno capire quanto sei lontano dai primi e aumentano il nervosismo, la penultima istruzione la ventiduesima prevede di pronunciare a voce alta  “ho quasi terminato e ho eseguito tutte le istruzioni”.
Piano piano, mentre di minuti ne sono passati più o meno 5 arriviamo a questa istruzione, eseguiamo la successiva, l’ultima, e ritorna il silenzio.

Arrivo alla ventitreesima ed ultima istruzione:
<<Ora che ha terminato di leggere con attenzione tutti i punti di questo test compili solamente l’istruzione n. 2. Resti in silenzio, evitando di fare capire agli altri che lei ha terminato l’esercizio>>
Ecco, mi pare che alcuni miei compagni di avventura non abbiano capito ma, si sentono a posto, hanno finito il test, hanno la certezza di averlo finito in fretta,  almeno prima di me e per questo sono tranquilli.
Io come qualcun altro leggo e rileggo l’ultima istruzione

HO CAPITO

Ho perso tempo, non ho cercato la soluzione,  ma ho agito, come tutti, non ho pensato.
Non ho ponderato le mie azioni ed ecco il risultato aggravato dal fatto che mi rendo conto dell’errore, so di avere sbagliato e non mi sento nemmeno un pò meglio solo perché,  almeno,  sono stato abile e sono stato uno dei primi a terminare.

Ora so che non dovevo fare così, so che dovevo seguire le istruzioni e non fare cose cercando di anticipare, prima devo pensare alla possibile soluzione e quindi perseguirla perché, per prima cosa è quello che devo fare, secondo perché alla fine mi rendo conto sarebbe stato meno faticoso e avrei centrato  l’obiettivo e non avrei fallito come ora.

Proprio così, non voglio più agire senza sapere dove andare, senza avere almeno uno scopo per cui lottare, una motivazione chiara.
Non è più tempo di agire e comportarmi come gli altri o come la logica presupporrebbe se non leggessi bene la situazione.
Io sono in una condizione diversa, la mia esperienza è diversa, ciò che mi è possibile è diverso come i miei limiti che mi hanno condotto fino a qui e quindi, conseguentemente, la mia strada non può essere la stessa o, se lo è,
dovrò scoprirlo.

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